Sere d'e(te)state

Certe cose ti si attaccano addosso, un po’ come il caldo umido di quest’isola. La sensazione di essere appiccicosi, di portarsi dietro cose inevitabili, cose che non vorresti avere. Le parole ti scivolano sulla pelle insieme al sudore, scie di lumaca.
E' l'idea di sentirsi fermi, pubblico di uno spettacolo stagnante. La doccia sembra una via d'uscita. Lasciare che l'acqua si porti via tutte cose, senza resistenza. E poi uscire dalla doccia e scoprire, dopo appena cinque minuti, di sudare di nuovo. E' un circolo vizioso.

Puoi prendertela con il mondo, con le previsioni meteo, con il riscaldamento globale e l'effetto serra. Ma non farà mica più fresco. E allora forse bisogna cambiare metodo. Guardare meno fuori e un po' più dentro. Incominciare a togliere le fonti di calore anziché scrollare via il sudore. Accettare e accettarsi così, a volte un po’ troppo sudati, un po’ troppo umidi. E poi guardarsi intorno e scoprire che, in fondo, bastava solo scostarsi e aprire un po’ di più la finestra.

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